Tokyo 2020, il CT della Pista Marco Villa fissa gli obiettivi: “Puntiamo tre medaglie”
Marco Villa riflette in vista dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Rinviata la scorso anno, la rassegna a cinque cerchi si svolgerà questa estate con grandi ambizioni per il clan azzurro, che ha già conquistato il pass per tre discipline, presentandosi in tutti i casi con grandi ambizioni. Ovviamente, si parte dall’Omnium in cui Elia Viviani è campione in carica, ma chiaramente c’è anche l’Inseguimento a Squadre in cui l’Italia risulta chiaramente tra le grandi favorite viste le splendide prestazioni e la presenza di un Filippo Ganna da record. Poi c’è il Madison, disciplina in cui gli azzurri sono in forte crescita. Concluso ormai l’inverno, il CT azzurro fa il punto della situazione e di come potrà essere costruita la preparazione per gli atleti che verranno selezionati.
– Tokyo2021, le qualificazioni per la Nazionale pista si sono concluse ormai da un anno. Quindi andremo a Tokyo con…?
“I Mondiali Pista di Berlino disputati tra febbraio e marzo del 2020 hanno chiuso le qualifiche: il pass olimpico conquistato è per l’inseguimento a squadre maschile, l’omnium ed il madison. Sono cinque gli atleti per il quartetto, ma sono cinque in tutto che devono correre, questo vuol dire che comprendendo anche le altre due discipline.”
– Cosa vuol dire oggi, nella situazione difficile che stiamo vivendo, avere il velodromo di Montichiari a disposizione per poter preparare il cammino verso Tokyo2021?
“Egoisticamente posso dire che abbiamo la pista tutta per noi! E’ stata riparata e riconsegnata, per il momento, al solo uso della Nazionale per la preparazione in vista delle Olimpiadi. Questo è ottimo!
Però ho il dovere di guardare anche al futuro, e sono preoccupato. Vista la situazione stiamo perdendo lo scouting, più che altro nell’attività invernale e nell’osservazione sui giovanissimi. Non li vediamo girare a Montichiari, e quindi su pista indoor, perché non possono.
Lo stesso discorso vale in chiave olimpica. Il mio ringraziamento è, naturalmente, per chi, nella complessità della situazione, riesce a realizzare l’attività giovanile sulle piste all’aperto, ma se penso che gli juniores del prossimo anno (la categoria da cui inizia la mia osservazione), sono gli esordienti di qualche anno fa che non hanno la possibilità di girare anche su pista indoor, mi rendo conto che qualcosa stiamo perdendo. E’ fondamentale e importante: più i ragazzini girano su pista indoor, come specializzazione, e più la pista diventa parte di loro. I vari talenti che abbiamo oggi, Ganna e Consonni per esempio, l’hanno fatto fin da piccoli.”
– Con quale scadenza e come avviene la preparazione sul velodromo. In particolare, in questo periodo su cosa state lavorando?
“Facciamo un allenamento a settimana di un giorno, ma quando c’è il gruppo al completo (o quasi) possono esserci dei richiami anche di tre/quattro giorni.
La tipologia di allenamento avviene sulla partenza da fermo, sulla forza e sulla frequenza. A fine dei tre giorni di raduno c’è anche un lavoro sulla resistenza. In questo periodo siamo concentrati sulla partenza da fermo e sulla forza, per compensare ciò che non viene fatto durante l’attività in strada.”
– Quale programma di avvicinamento alle Olimpiadi?
“Le gare in calendario ci sono, il problema è se saranno realizzate o meno. A fine mese abbiamo in programma una gara a Gand, in programma insieme alla prova a Newport (Gran Bretagna) del circuito Nations Cup UCI, che però è stata cancellata. Le altre due tappe del circuito UCI sono una a Hong Kong, durante il Giro d’Italia (ed una parte del gruppo non ci sarà), e l’ultima a Cali (Colombia), la settimana dopo la corsa rosa. Questo significa che chi del gruppo azzurro ha corso al Giro, sarà in recupero. Se ci fosse la presenza di chi ha partecipato alla corsa rosa, vuol dire che durante il Giro è successo qualcosa.
A giugno è in programma il Campionato Europeo élite a Minsk (Bielorussia 23/27): sarà per noi un test. Avrei preferito correre la prova di Coppa UCI a Newport perché se si arriva altamente performanti a giugno difficilmente si riesce a mantenere la forma fino alle Olimpiadi. Meglio trovare la condizione un mese dopo e quindi i continentali potrebbero fornire indicazioni non veritiere.
Dal mio punto di vista era più importante avere una gara a marzo, come era in previsione l’Europeo élite. Sarebbe stato un ottimo test per richiamare la forma e capire il nostro livello.”
– Cosa chiede oggi ai suoi azzurri in ottica Tokyo2021?
“Quello che chiedo da un anno a tutto il gruppo: garanzie. Chi ha dimostrato di essere competitivo sempre e anche quando realizzerò la squadra, riesce a darmi delle ottime garanzie.”
– Quando realizzerà la Squadra per le Olimpiadi?
“Tra giugno e luglio. Mi riserverò più tempo possibile per ufficializzarli e definire il gruppo. Anche perché è da un anno che non corriamo, dalla rassegna iridata di Berlino 2020. L’europeo élite di novembre 2020 doveva essere un altro momento importante per vedere gli azzurri correre ma, come ben ricordate, siamo stati “decimati” dal Covid-19.”
– Possibilità dell’Italia alle Olimpiadi nelle tre discipline.
“Vogliamo essere competitivi, andare a medaglia in tutte e tre le discipline. Nell’inseguimento a squadre il Mondiale dello scorso anno ci ha dimostrato che anche noi siamo capaci di correre in 3’46” tra l’altro non realizzato in scia e registrato in semifinale contro la Danimarca: come se fosse la finale tra pretendenti al titolo. I vari tempi che registrano le altre Nazioni ci impongono l’obbligo, in qualsiasi caso, di fare al meglio.
Nell’omnium, fino al via della gara, ci riteniamo campioni olimpici della disciplina (Elia Viviani, ndr). Non partiamo sconfitti e non partiamo se non per puntare ad una medaglia.
Nel madison siamo, secondo me, competitivi. Ci mancano gare nelle gambe ed esperienza in corsa. Vedremo in questi quattro mesi cosa riusciamo a recuperare. A capacità siamo pronti. La prestazione deve essere preparata al meglio.”
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